Le vostre menti sono manipolate

«L’informazione è il carburante che usiamo per il buon funzionamento della nostra mente. Se a una persona viene negata l’informazione necessaria a formulare giudizi fondati, non sarà più in grado di formarsi opinioni proprie».

«L’individuo crede di prendere decisioni autonome quando in realtà è socialmente influenzato a disinserire la mente critica e la capacità di prendere decisioni indipendenti».

Questa teoria è stata elaborata, già negli anni 50, dalla psicologa americana Margaret Singer [SE NE PARLA QUI, ¹].

Nella sostanza – secondo gli studi della Singer – il nostro pensiero, il nostro comportamento, viene manipolato o, addirittura, controllato. La «Singer ha riassunto cinquant’anni del suo lavoro nel libro “Cults in Our Midst”, in cui spiega le sei condizioni per ottenere la riforma del pensiero». Si tratta di:

(1) «acquisire il controllo sul tempo personale individuale, in particolare quello dedicato alla riflessione;

(2) creare senso di impotenza, paura e dipendenza, fornendo contemporaneamente modelli del comportamento che la leadership vuole produrre;

(3) premi, punizioni ed esperienze al fine di sopprimere precedenti comportamenti e atteggiamenti sociali;

(4) manipolazione di premi, punizioni ed esperienze per provocare comportamenti e atteggiamenti voluti dalla leadership;

(5) creazione di un sistema controllato, in cui chi dissente viene fatto sentire come se i suoi interrogativi indicassero che esiste qualcosa di intrinsecamente sbagliato in lui»;

ma, soprattutto,

(6) «mantenere i membri inconsapevoli e non informati sul fatto che esiste un piano per controllarli e modificarli».

Una forma semplice di “impegnare il tempo” della gente per privarli del tempo per la “riflessione” è, certamente, la TV: secondo uno studio «l’Americano medio guarda 153 ore di televisione al mese», ovvero oltre 5 ore al giorno. Anche l’italiano non deve essere lontano da questa media.

«E oggi viviamo in un sistema neo-feudale in cui i super ricchi tirano tutte le corde», scrive chiaramente “Informare per resistere”, sul proprio blog [QUI L’INTERO ARTICOLO, ²].

«Gli ultra-ricchi possiedono praticamente ogni grande banca e ogni grande società del pianeta. Usano una vasta rete di società segrete (Skull and Bones, massoneria, ecc), think tank (il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale, il Gruppo Bilderberg, il Bohemian Grove, Chatham House, ecc), e organizzazioni di beneficenza (la fondazione Rockefeller, la Fondazione Ford, il World Wildlife Fund, ecc.) per promuovere le loro agende e per mantenere in riga i loro membri. Controllano il modo in cui vediamo il mondo attraverso i loro diritti di proprietà sui media e il loro dominio sul nostro sistema di istruzione. Finanziano le campagne della maggior parte dei nostri politici ed esercitano un’enorme influenza su organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e il WTO».

«Queste società gigantesche possiedono reti televisive, canali via cavo, studi cinematografici, giornali, riviste, case editrici, etichette musicali e anche molti dei nostri siti web preferiti».

Qua s’inserisce la teoria della dottoressa Singer, poc’anzi enunciata: «Il controllo del comportamento è ciò che regola la realtà fisica di un individuo. Include il controllo del contesto in cui si trova, vale a dire dove abita, quali vestiti indossa, che cibo mangia, quanto dorme, come pure il suo lavoro, le abitudini e le altre attività. A volte l’individuo viene reso dipendente dal punto di vista finanziario cosicché la sua facoltà di scelta comportamentale si restringe».

«In molte sette le persone hanno un accesso limitato ai mezzi d’informazione (giornali, riviste, televisione o radio) che non siano di pertinenza del gruppo. Ciò si ottiene anche impegnando i membri al punto da non avere tempo da dedicare ad altro. Il controllo dell’informazione avviene a tutti i livelli relazionali. Non sono permesse conversazioni critiche nei confronti dei capi e dell’organizzazione. E, cosa più importante, viene proibito loro di avere contatti con chi è critico nei confronti della setta».

«Un altro aspetto chiave del controllo del pensiero prevede l’addestramento specifico dei soggetti a bloccare e respingere qualsivoglia informazione critica nei confronti del gruppo. Se un’informazione trasmessa al membro di un culto viene percepita come attacco al capo, alla dottrina o al gruppo stesso, per tutta risposta viene immediatamente eretto un muro di ostilità».

«C’è un motivo per cui gli ultra-ricchi vengono chiamati “l’establishment”. Essi hanno creato un sistema che li avvantaggia molto e che permette loro di tirare le fila».

Un sistema che, loro, naturalmente, non hanno interesse alcuno a cambiare. E noi?

FONTE: ¹ ASSOTUTOR

FONTE: ² INFORMARE PER RESISTERE

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