Birgi: In 2 anni calo 32% dei voli internazionali

TRAPANI, 30 MAR – Mentre la FederAlberghi continua a lamentare un quadro a tinte fosche per il turismo in Sicilia, per tutto l’anno 2013 [leggi: TURISMO: CONTRO LA CRISI, PIU’ VOLI, MENO TASSE], non meno negativo appare il trend del traffico passeggeri dell’aeroporto di Trapani – Birgi.

All’ottimismo dei politici di governo che sottolineano il buon risultato di passeggeri del 2012 che han fruito dell’aeroporto di Trapani-Birgi (1.577.247) che ha determinato un incremento del 7,3% rispetto ai dati del 2011 (anno orribile per Trapani, a causa della “guerra alla Libia” che ha limitato l’operatività dell’aeroporto civile), fa da contrappeso, infatti, la nuova riduzione del traffico passeggerei provenienti da “voli internazionali”.

Questi ultimi, infatti, si sono attestati soltanto a quota 465.937 (meno d’un terzo dell’intero traffico passeggeri di Birgi, insomma) con un calo del 15,4% rispetto all’anno precedente.

Il caso dei passeggeri “stranieri”, quelli più ricchi, quelli che danno economia ed occupazione al territorio, quelli meno stagionalizzati (che vengono cioè da marzo ad ottobre), è, naturalmente, conseguenza del minor numero di voli internazionali destinati, da Ryanair, a Trapani: 3.312 movimenti, ovvero meno 19,6%.

Tanto per fare un po di storia, nel 2011 i voli internazionali erano stati 4.118 (ed avevano trasportato 550.769 passeggeri), nel 2010 – anno di punta del traffico di Birgi – i movimenti aerei erano stati 4.895 (ed avevano trasportato 656.573 passeggeri). Insomma, fatti due conti, rispetto al 2010, nel 2012 il calo ammonta (in termini di voli, e quindi di investimenti della Provincia e degli Enti Locali per “incentivare” la Ryanair a viaggiare su Trapani) al -32,34%.

«I viaggiatori internazionali sono fondamentali per il settore turistico italiano perché rappresentano il motore della crescita, in quanto la domanda interna è destinata nel migliore dei casi a rimanere invariata o al massimo a crescere a tassi molto contenuti», scrive la FederAlberghi in un rapporto predisposto quest’anno [LO PUOI SCARICARE QUI].

Tuttavia, aggiunge FederAlberghi, «Il prodotto “mare” dell’Italia è in forte crisi, per la scarsa attrattività che questo nutre verso il turismo internazionale. La ragione principale è la presenza di un’offerta alternativa estremamente aggressiva, più moderna e meno costosa in diverse zone del bacino del Mediterraneo (Spagna e poi, ma con trend crescenti, altri Paesi come Turchia e Croazia)».

In parole povere, oltre che trattare con Ryanair per un aumento dei voli internazionali (e qui s’intreccia la “soppressione” delle Province), occorre che s’investa – a cura degli operatori locali – in proposte che coprano alcuni particolari settori della domanda turistica: «“fitness e sport attivo” (golf, sci, ciclismo, ecc.), “wellbeing”, “turismo religioso”, “enogastronomia”», ma, soprattutto, nell’offerta culturale-artistica (che non vuol dire creare “Eventi”, ma creare “musei, pinacoteche”).

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