La congiura dei pali

C’è un periodo nella storia della vita democratica del nostro Paese, che si chiama il periodo dei “pali”. I “pali” sono certi affari lunghi diversi metri in cemento o in legno.

Essi servono per tanti usi e, tra l’altro, servono per fare passare il filo attraverso il quale corre la corrente elettrica.

 A Marsala, nelle frazioni di campagna i “pali” diventano nobili e molto discussi durante la campagna elettorale. Quante volte la presenza di detti “pali” ha determinato degli orientamenti negli schieramenti politici che non si sarebbero potuti mai verificare.

 E i “pali”, nobili e discussi, sono stati determinanti anche se dopo le elezioni sono rimasti a languire ed a marcire abbandonati ai margini della strada ed i posizione orizzontale. A determinare queste situazioni sono stati proprio degli uomini spietati che non hanno avuto mai pietà per i pali. Una volta li portò a Birgi, ad esempio, un giovanotto che usava definirsi l’uomo “fattivo”.

 A Birgi tutti credevano che presto i pali assumessero una posizione verticale ma l’attesa fu delusa e dopo qualche anno, persone pietose, si degnarono di trasportare i pali da Birgi ad altra località fuori del Comune di Marsala. Lo stesso “giovanotto” pare li abbia fatti portare anche a Santo Padre delle Perriere. Anche lì, poveri pali, non hanno avuto fortuna!

 Poi fu il turno di un giovane detto “ciccio nostro” il quale, anche lui tanto crudele, agevolò la peregrinazione dei pali in diverse contrade dell’agro marsalese.

Pare, però, che i pali hanno, recentemente, fatto congiura. Essi si sono riuniti all’ombra di una cabina di trasformazione, ed hanno giurato, di non prestarsi più al gioco degli speculatori. Hanno giurato di essere solidali e di informare i creduloni sulla realtà delle cose. Così essi nottetempo bussarono a tutte le porte e dissero a tutti la grande verità: “Non fidatevi degli speculatori noi da soli non portiamo energia elettrica”.

 Il gioco fu scoperto e gli speculatori dovettero trovare altre strade ed altri mezzi. Si parlò di cabine da costruire. In contrada Cuore di Gesù si fecero venire ingegneri e si fecero misurazioni varie, in presenza di molta gente.

 Comincia ora il gioco delle cabine. Ma anche questo gioco non andrà molto lontano perché, quando le affermazioni elettorali sono basate sulla bugia, sono come i castelli di carta destinati a cadere al primo soffio di vento.

Noi vogliamo avvisare, prima di una nuova congiura delle cabine, gli amici di tutte le contrade, e specialmente quelli di Cuore di Gesù a richiedere, prima delle elezioni, la costruzione delle cabine e la stesura dei fili.

Solo allora non si tratterà di speculazione e solo allora i “pali” si placheranno per sempre.

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Michele Megale

Michele Megale, è stato ed è un monarchico convinto. Lasciato il Partito Nazionale Monarchico, nel 1957 aderisce al Partito Liberale Italiano e, quindi, nel 1968 alla Democrazia Cristiana. Nelle istituzioni ha ricoperto le cariche di consigliere comunale, assessore e sindaco di Trapani, nonché di Presidente del Luglio Musicale (1975-84-85) e della SAU (1987-90), la municipalizzata dei trasporti urbani. Durante la sua sindacatura ha ricevuto, l'8 maggio 1993, papa Giovanni Paolo II a Trapani.

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