I Trapanesi abituati ad un sussulto al cuore per un semplice elogio offerto da un cronista forestiero dopo l’ennesima regata, adesso rimangono scossi dai brividi di un reportage su alcuni uomini di una citta’, che galleggia di vele ma che affonda di indignazione.
Tutto questo solo perché un onesto giornalista cerca di svolgere ottimamente il suo lavoro? Poi ci si chiede perché mancano i giornalisti d’inchiesta a Trapani!
Ma poi perché il Senatore scappa e non risponde alle domande?
Dopo la bufera, nei giorni seguenti in città non si è parlato d’altro. Tante le prime repliche sulla carta stampata: da evidenziare quella dell’editore Ignazio Grimaldi, che in una lettera destinata a Santoro, pubblicato sul suo giornalino free, afferma che Trapani è stata offesa, che lui stesso si sente umiliato e che la puntata in questione ha soltanto l’effetto di diffamare un’intera comunità e di creare una reazione negativa.
Non sappiamo che puntata abbia visto il signor Grimaldi ma certamente Trapani non è né il Senatore D’Alì, né il geometra Nasca, né il latitante Messina Denaro.
Ci sentiamo offesi e umiliati anche noi, ma non dalla trasmissione, ma da tutti quei soggetti si rifiutano di chiarire le loro posizione pubblicamente, preferendo oltraggiare, fuggire, piuttosto che discutere.
Sono passati parecchi giorni e a Trapani il sole è tornato. Quel temporale ormai resta un ricordo lontano, settimanalmente si è spostato in altre città con uguali e diverse realtà. La quiete si è ristabilita, ma un eco ancora come una farfalla sbatte tra le mura della città, riducendosi giorno dopo giorno di tonalità: il grido disperato dell’ex prefetto Sodano, «Spero solo che si cambi».Ma purtroppo l’indifferenza della tranquillità preferisce rimanere sorda.