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Giulia Adamo scomoda il conte Dracula

19 Maggio 2003 by Natale Salvo

Sta per chiudersi una campagna elettorale che, più per ricordarsi per il confronto programmatico e di metodo, tra il centro-sinistra ed il centro-destra, sarà ricordato per la spaccatura nella cosidetta Casa della Libertà, spaccatura che ha originato due candidature: quella dell’uscente Giulia Adamo e quella del senatore di Alleanza Nazionale Giuseppe Bongiorno, in un primo momento (sino all’altolà direttamente pronunciato da Berlusconi) sponsorizzato dal senatore pure di Forza Italia Antonio D’Alì e dal deputato regionale ex-democristiano Massimo Grillo.

Tale spaccatura ha originato una serie di accuse reciproche pubblicamente riversate l’un l’altro. Si è passati quindi dall’accusa di “vicinorietà alla Mafia” pronunciata da Bongiorno, a carico di alcuni fiancheggiatori di Giulia Adamo, a quella di “Fascista” pronunciata da un deputato di Nuova Sicilia, la Lo Curto, rivolta a Cristaldi, leader di Alleanza.

Tuttavia la “palma” di accusa dell’anno và, di certo, alla stessa Giulia Adamo che ha accumunato tutti i suoi oppositori di Centro-Destra sotto l’accusa di essere una “Camarilla”. Un’accusa sempre ribadita in ogni proprio intervento.

Incuriositi ci siamo chiesti: Ma cos’è questa “Camarilla”? E’ stata sufficiente una ricerca su internet per scoprirlo.

La “Camarilla”, di cui la Adamo accusa D’Ali, Grillo e Cristaldi, di far parte, non è altro che “una setta di vampiri sorta durante il 1400, all’inizio della caccia ai vampiri perpetrata dalla Santa Inquisizione e che causò uno sterminio degli stessi vampiri.

Tale organizzazione si basò su sei regole. Una di esse era la Masquerade, cioè il celare i propri poteri ai mortali, al fine di confondersi con gli stessi e quindi difendersi dalla Chiesa. Una seconda regola era quella dei Domini, cioè il rispetto di un’area, di solito una città, nella quale esercitava una particolare influenza un Vampiro, in tal caso detto Principe. Secondo tale regola gli altri vampiri dovevano il proprio rispetto al Principe e nessun di loro poteva metterne in discussione la parola del Principe nel suo Dominio.

Ai vertici della Camarilla c’erano gli Anziani fondatori della setta. Per loro il rispetto era importantissimo, tale che i Vampiri anziani venivano ad essere considerati delle vere e proprie relique, perchè senza d’esso, senza il potere personale, gli Anziani si sarebbero trovati ad essere un facile bersaglio. Per difendere la propria posizione, per non ritrovarsi fuori dalla stanze del potere, a volte, gli Anziani giungevano ad uccidere i migliori, che, in futuro, avrebbero potuto costituire una minaccia.”

I primi nemici della “Camarilla”, comunque, non erano gli uomini, ma altri Vampiri, riuniti nella setta della “Sabbat”.

Questi Vampiri, di contro, erano delle vere e proprie “bestie sadiche ed insensibili che, ritenendosi all’apice della catena alimentare, non davano alcun valore nè agli uomimi (che ritenevano solo animali da compagnia o cibo, o, al più, da usare come seguaci, servi o spie) nè ai fratelli Vampiri della “Camarilla” (su cui spargere dissenso e ribellione, tramite le Diablerie).

I Vampiri della setta della “Camarilla”, quindi, accusavano quelli della “Sabbat” di essere delle Canaglie, perchè, appunto, si nutrivano di altri Vampiri, per depravazione o anche per necessità.”

Interessante, no? Se letto con attenzione, potremmo davvero individuare, chi era, secondo la Giulia Adamo, il Principe della Camarilla, nella Città- Dominio di Trapani; forse potremmo individuare, chi era, l’Anziano-reliquia leader che ha ucciso politicamente il Principe, per evitare che attentasse al suo potere regionale/nazionale; forse potremmo capire chi era quella Vampiressa della setta del Sabbat, che, ostinatamente, ha messo in discussione la parola del Principe.

Forse. Di certo, in questa storia di Vampiri, manca un’ammazza-vampiri. Che sia proprio Baldo Gucciardi, il silenzioso mortale, candidato del centro-sinistra?

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