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Pezzi d’archeologia

2 Marzo 2005 by Natale Salvo

Il riuso di antichi opifici e di aree industriali storiche con destinazione a centri culturali e di servizio, è pratica consolidata in molte realtà italiane ed europee. A Trapani, Ar’raìs, Associazione per l’Archeologia Industriale del Mediterraneo, composta in maggioranza da architetti, ha trovato l’iniziale interesse da parte degli enti locali per la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali industriali ancora presenti a Trapani, Marsala, Castelvetrano e nell’Agro-Ericino.

Col tempo le resistenze degli interlocutori pubblici, hanno spostato la ricerca verso realtà fuori della provincia. L’associazione, nel corso degli anni, ha presentato agli enti locali alcuni studi di fattibilità, con la conoscenza della proprietà attuale, la ricerca storica sulle attività originarie degli opifici, le planimetrie dello stato di fatto e le previsioni di destinazione d’uso.

Per la città di Trapani si sono individuate le ex autorimesse SAU di Via degli Stabilimenti, un tempo capannoni della Società Anonima Tramway, da destinarsi a Casa della Cultura o Laboratori di città. L’area in oggetto fu la zona industriale di Trapani sino al secondo dopoguerra. Vi erano insediati gli stabilimenti enologici Old Marsala, Serraino-Galia, Figuccio, di fronte lo stabilimento Marco Catalano & C. (ora palazzo Venuti) tra i più rilevanti della città, medaglia d’argento all’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-’92, medaglia d’oro a Milano nel 1900 e diversi altri riconoscimenti. Gli immobili ad oggi sono frazionati in uffici e attrezzature dell’ENEL, più l’autorimessa, oggi abbandonata e di proprietà comunale, con una superficie di 2200 mq e una cubatura di circa 9000 mc.

Dove oggi si prevede di vendere e demolire per realizzare un parcheggio o lottizzare, abbiamo previsto un luogo per fare teatro, musica, atelier di arti visive e attività pedagogiche. Un centro culturale ancora oggi non a disposizione del capoluogo, un sito a cerniera tra la città d’espansione novecentesca di Via Fardella e la periferia moderna: la città dormitorio dei quartieri Cappuccinelli, Cimitero e Rione Palme.

Altre fabbriche individuate per la progettualità sostenibile, sono state l’ex conservificio di proprietà privata nel quartiere Cappuccinelli per un centro commerciale, e l’area militare dismessa di Via Libica, ex base operativa O.R.P. (ostruzioni retiche portuali) ed ex fabbrica di soda. Quest’ultima, con il recupero metodologico dell’Archeologia Industriale, si presta a diventare un polo fieristico in prossimità dell’Area di Sviluppo Industriale, che collegato via acqua con il porto, sia una fiera campionaria per la nautica da diporto e la cantieristica.

Continuando a spogliare le nostre città del patrimonio di cultura materiale, neghiamo alle generazioni future un tempo essenziale della storia dei luoghi: i processi moderni (le rivoluzioni industriali) che hanno traghettato al nostro presente

Sempre a Trapani gli altri siti attenzionati al cauto riuso riguardano l’ex fabbrica del ghiaccio e la vecchia caserma spagnola a Mura di Tramontana, sono le fabbriche ideali di un complesso museale per l’archeologia navale.

A Erice si è segnalato il valore storico delle macchine ancora presenti nella stazione di Vetta dell’ex funivia, primo impianto a fune di Sicilia.

La realizzazione di interventi puntuali nelle periferie, accanto alla valorizzazione del patrimonio culturale delle città, suonano di buon inizio alle grandi trasformazioni urbane che il futuro richiederà ai paesi euro-mediterranei. In alternativa corriamo il rischio che i nostri ragazzi, cresciuti in questo tempo e studiato nelle nostre città, racconteranno ai loro figli soltanto di grandi fratelli televisivi e finte isole di famosi.

Archiviato in:Anno 2005-03, GIORNALE Contrassegnato con: Archeologia

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