La Fardelliana, la Cultura, gli interventi
Un titolo che richiama l’attenzione del lettore: “interventi attesi da quarant’anni”. Poi l’elencazione di essi. Qualcuno potrebbe essere definito interessante. Un ascensore, gabinetti igienici, abbattimento di barriere architettoniche per agevolare l’accesso ai portatori di handicap.
“Pratici interventi” che fra l’altro diminuiranno gli spazi operativi presso la Biblioteca Fardelliana. Ed essi, gli spazi, oggi sono molto limitati per la funzionalità del “servizio libro”.. quante centinaia, migliaia di pubblicazioni non possono essere offerte al pubblico e magari non possono essere inventariate e classificate?
Il problema, quello principale, è l’acquisizione di spazi, per quel rapporto planovolumetrico superato da troppo tempo e che si è cercato di superare, almeno in parte, ricorrendo ad affitti “locali di contenimento” (per esempio i vecchi locali della Tipografia Corrao, in Via Garibaldi).
Parecchi anni addietro si era deciso di intervenire in modo razionale sfruttando la struttura dell’ex convento di San Domenico (sulla piazza omonima) e sino agli anni Cinquanta scuola elementare maschile.
Si volevano risolvere, usufruendo degli ampi spazi dell’ex convento dei due meravigliosi ed ampi cortili (in uno di essi si erge una maestosa torre con scala ovoidale), dei lunghi e larghi corridoi, due problemi.
Al piano terra l’inserimento dei Gruppi dei Misteri in mostra permanente ed annessi laboratori di interventi (vedi Siviglia), al primo piano la sistemazione dell’Emeroteca della Stampa, la raccolta di leggi, regolamenti, Gazzette della Regione e dello Stato.
Si sarebbero potuti usare anche gli spazi che sorgono alla base nord del convento, sulla via Poeta Calvino.
La parte storica del materiale, quella legata alle grandi tradizioni, sarebbe rimasta nella sede di Piazza San Giacomo.
L’incarico tecnico venne affidato all’ing. Natale Salvo che operò con grande preparazione e razionalità.
Il suo progetto non venne approvato dalla Soprintendenza ai beni culturali.
Perché? Era previsto e giustamente, l’inserimento fra il piano terra ed il tetto del primo piano, di una “cerniera di acciaio” atta a sostenere i pesi che sarebbero derivati sui pavimenti, del materiale librario.
Sembra strano, ma la carta, nella quantità, è pesante come la pietra.
Tutto ebbe a fermarsi: da dodici anni quel progetto o altra iniziativa … Parole? Parecchie.
Ci sarebbe da indicare altro “disinteresse pratico” sulla cultura, oltre la Fardelliana, a Trapani. Avremo modo di parlarne con altro articolo.
Oggi ci siamo limitati ai lavori che, si saranno utili, ma non determinanti per la nostra Biblioteca.
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