Per battere la Mafia servono politici di qualità
“La prima cosa che controlla la mafia è il voto, la qualità del consenso. Ad una cattiva raccolta di voti, corrisponde una cattiva democrazia. Se i politici hanno un cattivo consenso, faranno delle cattiva leggi. Allora dobbiamo curare la qualità del consenso”. (Libero Grassi, pochi mesi prima di essere ucciso dalla mafia).
Per Massimo Grillo (UDC), in proposito, occorre “una comune, decisa azione contro l’illegalità mafiosa” che passi attraverso la definizione di un Patto Etico per “conferire alla politica un alto valore morale”.
L’onorevole Grillo, quindi, ha sottolineato i tre punti essenziali del Patto.
Occorre, prima di tutto, una “selezione rigorosa delle candidature” che si ottiene “estromettendo dalla vita politica (non inserendo tra le liste dei propri candidati, ma anche a non designandole per incarichi di sottogoverno) persone che: abbiano riportato condanne penali per reati contro la pubblica amministrazione; siano sottoposte a giudizio per gravi reati di collusione con organizzazioni mafiose; abbiano la titolarità di attività imprenditoriali che possano ricavare vantaggi dall’esercizio personale di un ruolo pubblico”.
Quindi, “per agevolare la partecipazione popolare e la democrazia interna nei partiti politici” è necessario istituzionalizzare l’istituto delle Primarie per la scelta dei candidati.
Infine – per Grillo – i partiti dovrebbero impegnarsi a rispettare il “patto con gli elettori” ovvero “non gratificare i politici transfughi da altri Partiti con l’offerta di candidature o di posti di governo/sottogoverno”.