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Salvo, Legambiente: Ecco il futuro di tutti noi!

1 Settembre 2005 by Natale Salvo

Rifiuti

I rifiuti da avviare allo smaltimento finale devono essere il più possibile ridotti potenziando la prevenzione e le attività di riutilizzo, riciclaggio e recupero.

Il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materia prima debbono essere considerati preferibili rispetto alle altre forme di recupero.

Lo prevedono le linea guida delle più avanzate normative nazionali ed europee.

In Sicilia, il presidente della Regione, Totò Cuffaro, all’occasione anche Commissario per l’Emergenza Rifiuti, nel predisporre il “Piano di Gestione dei Rifiuti” e le successive ordinanze d’esecuzione, è intervenuto dimenticando, nei fatti, tali principi.

La probabile nascita dei quattro inceneritori che sono previsti nella nostra Regione – nascita sancita dall’ordinanza 333 del 2 maggio 2003 – e le modalità di tale nascita, viene, anzi, completamente a sovvertire i principi sopra esposti.

E’ importante sottolineare, in tema di “termovalorizzazione” (recupero d’energia) dei rifiuti che la produzione di energia elettrica, in Sicilia, è ampiamente superiore alla necessità di consumo. In particolare, in rapporto ad una produzione lorda pari a 25.703 Gwh (e di questa 23.441 GWh destinati al consumo, ed il resto alla Produzione) la richiesta di energia , in Sicilia, ammonta a 20.571 GWh (consumata: 18.413 GWh, persa 2.157 Gwh).

Nel 2003, quindi, 2.870 GWh è risultata l’eccedenza di energia prodotta.

Il “recupero” energetico ottenuto dagli inceneritori è, quindi, rispetto al fabbisogno siciliano, inutile.

Bisogna, ancora, in merito al tema energetico, considerare che nel 2002 sono entrati in funzione alcuni impianti eolici che si stima producano ulteriori 80/100 Mwh. L’attivazione di altri impianti è in corso.

Non si rischia, quindi, ancor di più di produrre energia “inutile”?

L’inceneritore comunica, inoltre, un’illusione: i rifiuti vi entrano e, magicamente, scompaiono.

Non è così. L’inceneritore non distrugge i rifiuti, ne cambia solamente la composizione chimica e la tossicità.

L’inceneritore richiede una grande quantità di acqua (come noto la cui disponibilità non è proprio eccessiva nella nostra regione e quindi il relativo consumo va a discapito dei consumi domestici), e restituisce fumi (spesso contenenti diossina e altri prodotti venefici) e ceneri (rifiuti speciali inutilizzabili che occorre staccare in nuove discariche speciali, più costose e difficili da gestire).

Oltre ai costi di realizzazione l’inceneritore ha anche alti costi di gestione.

Tutti questi costi saranno a carico del cittadino, con l’entrata in vigore della tariffa, che sostituirà la Tarsu.

Ok, se l’incenerimento non rappresenta la soluzione ambientalmente sostenibile al problema della gestione dei rifiuti, che fare? La risposta è sempre la stessa la raccolta differenziata dei rifiuti, la vendita di tali materie ai Consorzi previsti per legge, il loro riciclo.

Ma una raccolta differenziata che sia fatta in maniera da raggiungere percentuali serie, da paesi civili, fatta credendoci.

Fatta, insomma, non con campane e cassonetti, ma porta a porta.

Con raccoglitori differenziati nei condomini, direttamente porta a porta nei centri d’alto consumo di beni riciclabili (ristoranti, bar, mense, supermercati, …), ancora porta a porta nei quartieri popolari.

Con idonea formazione dei giovani e dei meno giovani, sfruttando tutti i momenti di aggregazione, scuola, ma anche centri sociali. Educando, soprattutto, ad acquistare prodotti che facciano uso di minori imballaggi.

Incentivando i cittadini, le attività, le associazioni a partecipare ad un progetto di abbattimento dei rifiuti da mandare in discarica: con premi, anche economici, cioè con validi bonus da scontare dalla tariffa.

Archiviato in:Anno 2005-09, DOMANI LIBERI, GIORNALE Contrassegnato con: Rifiuti

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