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Democrazia o partitotrazia

12 Dicembre 2006 by Natale Salvo

«La sovranità appartiene al popolo», articolo uno della Costituzione Italiana. Ancora «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli … che impediscono … l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica … del Paese», articolo tre della Costituzione Italiana.

Ma il valore del Testo costituzionale è reale? Nella realtà il cittadino-elettore “partecipa” alla politica solo ogni cinque anni, quando è chiamato ad esprimere una scelta di “delega” col proprio “libero” voto.

Da quel momento, per espressa previsione della legge, il “delegato” (l’eletto) ha “carta bianca” mentre il “delegante” (l’elettore) resta a “partecipare” in maniera assolutamente marginale.La Partecipazione è sinonimo di Democrazia. La Non Partecipazione, l’astensione, la scheda nulla e bianca sono la sconfitta della Democrazia. E’ la bocciatura dell’Amministrazione di una Città.

Una Città, Trapani, amministrata da gente che rappresenta solo il 15% del corpo elettorale. L’altro 85% o non aveva diritto al voto, perché minorenne, o non è andata a votare, perché sfiduciata, o a votato per Partiti o Consiglieri che non sono rappresentati dagli attuali Eletti.

Se la Città è amministrata da chi è stato votato dal 15% del corpo elettorale c’è una sconfitta della Democrazia.

Cosa vuol Dire, secondo noi, Partecipare? Partecipare vuol dire costruire un Progetto di Città insieme, condiviso, comune. Partecipare vuol dire scegliere, insieme, l’uomo, ma anche la squadra, che dovrà realizzare questo Progetto. E insieme non vuol dire, di certo, Camillo Oddo e Nino Papania. Ma insieme vuol dire insieme alla Città, al più ampio numero di Partiti, Associazioni, semplici Cittadini. E questo vuol dire confrontarsi nelle Primarie.

Partecipare vuol dire dare effettiva applicazione a quegli articoli dello Statuto comunale, che è la Costituzione della Città, che prevedono la nascita del Consiglio comunale dei Ragazzi, della Consulta degli Anziani dei centri sociali, un Organo di rappresentanza degli immigrati. Tutti Organi di Partecipazione a cui la Giunta Fazio non ha dato seguito, ma che non sono stati mai adeguatamente reclamati neanche dal Consiglio comunale, né dai consiglieri di Destra e né da quelli del centro-sinistra.

Partecipare vuol dire costituire tutte quelle Consulte, previste pure dall’articolo 52 dello Statuto della Provincia, e neanche lì istituite, che diano voce formale ai rappresentanti del mondo dell’Imprenditoria, del Sindacato, delle Professioni, delle Associazioni.

Partecipare, a Trapani, oggi, vuol dire, soprattutto, sciogliere il nodo dei confini tra Trapani ed Erice. E scioglierlo non con demagogiche raccolte di firme, con false promesse di leggi ad hoc, ma facendo scegliere il proprio destino ai cittadini, ai trapanesi ed ai trapanesi che vivono nel territorio di Erice.

Il punto uno di un Programma condiviso deve prevedere che, alla prima riunione del consiglio comunale, si debba deliberare l’indizione del Referendum sui confini. Ecco cosa vuol dire Partecipare. Ed è tutto il contrario di quello che sta facendo il candidato della Margherita Piero Savona.

Archiviato in:Dicembre 2006, GIORNALE Contrassegnato con: Democrazia, Partecipazione

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