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Grazie coppa America

25 Settembre 2005 by Natale Salvo

La Coppa America è stata la scusa per fare tante cose. Adesso arrivano anche le rastrelliere per le bici (500 posti). Insieme a tutto il resto che era stato promesso e realizzato. O no? Sto cominciando a rivalutare l’America’s Cup, si proprio lei, e hai voglia di ripetere a tutti che non si chiama così, che a Trapani si terranno solo gli Act preliminari per accedere alla gara vera e proprio di una coppa (che si terrà a Valencia), il cui nome è quello di uno stilista e che servirà a designare chi sarà lo sfidante della barca detentrice di quell’altra coppa, un po’ pacchiana ma che tutti adorano, che è appunto la Coppa America.

A Trapani si tiene la Coppa America. Punto e basta. E Valencia direte voi? Valencia chi? Valencia dove? E’ questo quello che vi sentirete rispondere dal trapanese alla domanda diretta.

Ma questo alla fine non importa, come non importa che le stesse frasi (se non di più) piene di melliflue adulazioni saranno rivolte alla città iberica che ospiterà la regata.

Ma è giusto, fa parte dello Show Business, come dicono quelli che parlano bene.

Qualche intoppo ha rischiato di rendercela davvero antipatica questa regata, vedi i fanghi, vedi i ritardi, vedi gli attacchi alla riserva, vedi l’ampliamento del porto in barba alle leggi che si è tentato: tutte quisquiglie a confronto di quello che sta per accadere.

Le rastrelliere, si proprio quelle, stanno per arrivare in città. Circa cinquecento posti bici da disseminare in tutto il territorio. “Così finiremo di vedere le bici attaccate ai pali” – chioserà qualcuno, “bravo Fazio” – dirà qualcun altro.

A quanto pare nella via Ammiraglio Staiti pure una piccola pista ciclabile sarà realizzata, effimera sicuramente, che sarà eliminata senza pietà a giochi fatti, perché è impensabile (per i politici trapanesi che vanno in macchina perfino al cesso) collocarne una in un’arteria così battuta dal traffico (pare che le piste ciclabili si debbano mettere in zone poco battute dalla macchine – ma siccome il traffico è ovunque e la precedenza va alle auto, pazienza se ogni tanto qualche ciclista ci rimette le penne).

Forse in futuro una alla litoranea, forse.

Ma questo restyling d’immagine, soprattutto mediatico (arriva anche la TV) è necessario. Per forza. Dobbiamo fare bella figura. Arrivano i turisti (splendida promessa di rilancio che speriamo non si trasformi in miraggio), facciamo vedere che siamo una città moderna, che incentiva i mezzi pubblici e le bici.

Lavori che dietro nascondono ancora un centro storico fatiscente, l’immondizia che trabocca dai cassonetti, spazi verdi insufficienti, luoghi di ritrovo inesistenti, dove la cultura sta a zero, i musei si tengono chiusi e solo adesso (ancora grazie alla Coppa) si sono avviati progetti di restauro in sei chiese.

La regata ha portato lavoro, un sacco di cantieri aperti, un sacco di lavoratori che portano a casa il pane, almeno così qualche giornale ha scritto.

Sarei curioso di sapere quanti di questi vivono a Trapani. Girando per i cantieri ho solo sentito accenti “forestieri”, ma sarà stato solo un caso…

Tutto fatto in funzione del turista. Ma se la regata non ci fosse stata cosa si sarebbe realizzato?

Certo, meglio farle le cose, a prescindere. Ma perché è sempre necessario un evento straordinario per realizzare delle cose ordinarie?

In definitiva, grazie Coppa America, perché grazie a te, anche se molte cose non si sono fatte, abbiamo comunque la sensazione che invece è l’esatto contrario.

Archiviato in:Anno 2005-10, GIORNALE Contrassegnato con: Coppa america, regata

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