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Processione dei Misteri: Stop alle Maestranze

28 Marzo 2006 by Natale Salvo

Monta l’attesa e montano pure le polemiche. I Misteri trapanesi, non quelli che hanno a che fare con casi irrisolti o con scheletri nell’armadio, fanno parlare di loro, soprattutto in questo periodo.

I gruppi sacri in tela e colla suscitano invidie, prese di posizione e sono fonte di ripicche e decisioni d’imperio.

La querelle dei Misteri si sta sempre più spostando su un piano politico, con le maestranze che si fanno la guerra e i dispetti, un po come i bambini piccoli: ultimo esempio?

Lo scambio del cero tra le due madonne, soppresso perché “quelli che comandano” hanno litigato: 150 anni di tradizione buttati nel water.

Si rimprovera a Miccichè di essere straniero in terra straniera e di non comprendere la “nostra religiosità”.

Assodato che la religiosità non è geografica ma dovrebbe coincidere con un concetto di la fede universale appare ormai palese che i richiami alla religiosità fatti dal prelato sono spesso un fastidio ed un intralcio alle piccole manovrine all’interno delle correnti che ruotano intorno alla processione.

I misteri non sono più un fatto religioso, non solo almeno.

Oggi i misteri sono un fatto di potere che si manifesta attraverso prove di forza. Potere politico, economico forse anche religioso, per carità.

Ma hanno smarrito la religiosità.

In questi anni il vescovo ha cercato di recuperarla, a modo suo, forse sbagliando, forse esagerando ma cercando di tutelare quello che ai suoi occhi ed anche a quelli che dicono di credere questa ricorrenza dovrebbe essere: la manifestazione dolorosa di un evento tragico e non una sfilata di carri addobbati, con processioni che fanno a gara per essere più eleganti e impettiti nei loro abiti e bande musicali che cercano di superarsi in virtuosismi musicali.

E’ chiaro che c’è anche questo ma tutto ciò ha preso il sopravvento su tutto il resto.

In questo contesto molto profano e assai poco sacro si calano le via Crucis dei Venerdì di quaresima, il richiamo alle tanto criticate marce cantate che attraverso un testo potrebbero un attimo far pensare, e il recupero di quella religiosità attorno a questi gruppi che qualcun ancora difende ma che in realtà si è persa.

Oggi va di moda criticare la chiesa, qualunque cosa dica e il laicismo va di moda, anche quando si deve gestire un evento religioso: laico ad ogni costo, anche a Pasqua che, per chi non lo sapesse, è ben altro.

Archiviato in:GIORNALE, N. 23 - 29 marzo 2006 Contrassegnato con: Maestranze

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