• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Note Legali
  • Privacy
  • Cookie

AltraTrapani

Quello che gli altri non pubblicano

  • HOME
  • ALTRATRAPANI
    • N. 39 – Novembre 2013
    • N. 38 – Supplem. Paceco
    • N. 38 – Ottobre 2013
    • N. 37 – Settembre 2013
  • LA VOCE INDIPENDENTE
    • N. 32 – Novembre 2007
    • N. 31 – Ottobre 2007
    • N. 30 – Settembre 2007
    • N. 29 – Luglio 2007
    • Aprile 2007
    • N. 28 – Febbraio 2007
    • N. 27 – Dicembre 2006
    • N. 26 – Novembre 2006
    • N. 25 – Ottobre 2006
    • N. 24 – 6 aprile 2006
    • N. 23 – 29 marzo 2006
    • N. 22 – 21 marzo 2006
    • N. 21 – 6 marzo 2006
    • N. 20 – 28 febbraio 2006
    • N. 19 – 20 febbraio 2006
    • N. 18 – 13 febbraio 2006
    • N. 17 – 6 febbraio 2006
    • N. 15 – 30 gennaio 2006
    • N. 14 – 23 gennaio 2006
    • N. 13 – 16 gennaio 2006
  • DOMANI LIBERI
    • N. 16 – Febbraio 2006
    • N. 12 – Dicembre 2005
    • N. 11 – Novembre 2005
    • N. 9 – Ottobre 2005
    • N. 8 – Settembre 2005
    • N. 7 – Giugno 2005
    • N. 6 – Aprile 2005
    • N. 5 – Marzo 2005
    • N. 4 – Febbraio 2005
    • N. 3 – Gennaio 2005
    • N. 2 – Dicembre 2004
    • N. 1 – Novembre 2004
  • CONTATTI

La verità che dà fastidio

24 Febbraio 2007 by Natale Salvo

C’è tutto il mondo …, come ha scritto Gabriele Romagnoli, nella fotografia di Spencer Platt vincitrice del World Press Photo 2007. Cinque ragazzi, un po’ infastiditi, attraversano, su una fiammante cabriolet, i quartieri sciiti di Beirut devastati dagli ultimi bombardamenti israeliani.

Consiglio vivamente di cercare la fotografia sulla rete e leggere i commenti di autorevoli critici e giornalisti. Sempre Romagnoli: «C’è una parte di mondo che piega la schiena e raccatta i propri resti e un’altra che getta un occhio vagamente interessato e fintamente compassionevole durante la pausa dei consigli per gli acquisti».

In tutto il mondo c’è la Trapani di oggi. Quel che rimane alla città di un conclamato efficientismo e inversione di tendenza, un centro storico-salotto buono che si apre nei giorni di festa per turisti un po’ annoiati, la vita spezzata del giovane commesso per rapinare il necessario per l’ultimo modello di telefonino o per un sabato di sballo.Lo spettacolo del quartiere Fontanelle Sud-Milo, percorso per una deviazione causa lavori in corso in via Marconi, non è stato molto dissimile dalla Beirut bombardata.

Tra un po’ ci verrà presentato il conto sul restyling della città, il cittadino si chiederà se gli spazi urbani sono diventati luoghi più vivibili in un sistema territoriale integrato, se si è risposto adeguatamente ai bisogni di formazione e cultura, di lavoro e svago delle diverse comunità sociali.

Le ricadute della politica per la città non sembrano essere andate in questa direzione.

L’economia della città storica non da segni di ripresa (vedi gli esercizi di via Garibaldi) se non per l’irrazionale valore degli immobili, spinto dall’evento eccezionale America’s Cup, ma in una generale crisi congiunturale e in un brano di città che per morfologia è a forte rischio nell’emergenza ambientale globale.

Questo non più a detta dei catastrofisti ma anche dagli esperti locali.

La città, terminata l’ubriacatura velica-honululu, è tornata ad occupare le ultime posizioni di tutte le graduatorie nazionali riguardanti l’economia, la qualità della vita e dei servizi, mentre continua ad occupare le prime pagine dei palinsesti per mafia, disoccupazione, emigrazione.

Tutto questo, viene risposto, è disinformazione.

C’è la sensazione di una congiura della mediocrità impossessatasi una volta per tutte della città, dove la denuncia dei cittadini è relegata a piccoli trafiletti in breve,
 dove tutto si beve e che prima o poi si parteciperà al balletto della futilità.

Si è affermata una società civile che lavora nei salotti, l’omologazione di intellettuali locali che celebrano il beribau sulle famiglie fasciste dell’epoca, di architetti ed urbanisti che non prendono posizione sui banali interventi presentati come fiore all’occhiello (Bastione dell’impossibile, casermetta dei Vigili del fuoco nel fronte a mare, le onnipresenti palme ormai assunte ad uniche specie di decoro vegetale) o su l’adozione del Piano regolatore generale che non è il massimo ma almeno il minimo per iniziare a disegnare la città dei cittadini, delle opportunità per uno sviluppo sostenibile.

Di pianificato però c’è il disegno di un egocentrico possesso del paesaggio territoriale ed umano. E oggi tutti a conferire su Trapani nell’area di libero scambio mediterraneo nel 2010 insieme al … Libano.

Archiviato in:Febbraio 2007, GIORNALE, LA VOCE INDIPENDENTE Contrassegnato con: Beirut, Milo

Barra laterale primaria

Vuoi che realizzi il tuo sito Web?

Banner-Goal-Web

Archivi AltraTrapani dal 2004

Cantachiaro

Biblioteca Fardelliana

La Fardelliana, la Cultura, gli interventi

Altri articoli di "Cantachiaro"

Copyright © 2022 · Metro Pro on Genesis Framework · WordPress · Accedi

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.OkLeggi di più