Vivere meglio, con una mobilità alternativa

Il primo passo per cambiare la situazione è riconsegnare la strada ai non automobilisti. I principali destinatari di questa vera e propria rivoluzione dovrebbero essere bambini e anziani che, insieme a chi non guida e chi “ha già deciso di smettere”, sono la maggioranza della popolazione.

Anche per quanto riguarda la mobilità, un mondo diverso è possibile. E come insegna l’Europa, il futuro è nell’intermodalità: spostarsi con i mezzi pubblici, la bicicletta o i piedi, e integrarli secondo le esigenze. Ma bisogna ammettere che lasciare l’auto a casa non è facile. Per incentivare la “riconversione” dell’automobilista nascono iniziative in tutta Europa. In Danimarca, per esempio, è stato creato un servizio di supporto psicologico per aiutare gli ex automobilisti a vincere la sensazione di caduta dello stato sociale, provocata dalla condizione di pedone o ciclista.

Anche in Italia, nonostante incertezze e ritardi, alcune amministrazioni pubbliche sembrano aver imboccato la strada giusta. Tranne la nostra: il sindaco Fazio da quest’orecchio non ci sente!

Segnali importanti arrivano dalle tante città in via di “elettrificazione”. Tra i mezzi di trasporto a trazione elettrica, il filobus è quello con maggiori possibilità di sviluppo nell’immediato futuro. Integrando la trazione elettrica a un motore diesel, i filobus dell’ultima generazione camminano anche staccandosi dai cavi di alimentazione riducendo il numero degli scambi aerei, causa di rallentamenti e “scarrucolamenti” dalle linee elettriche.

Anche il tram, dopo una sciagurata stagione di tagli, è in fase di rilancio. Del vastissimo sistema tramviario presente in Italia prima della seconda guerra mondiale erano sopravvissute solo le reti di Milano, Napoli, Roma e Torino. La prima città a reintrodurlo, dopo quasi 50 anni, è stata Messina.

Quando ci muoviamo paghiamo biglietti, carburante e pedaggi che non comprendono però il costo dei danni sociali e ambientali provocati, senza accorgecene, dai nostri spostamenti. In termini economici, il valore di questi danni viene definito come “esternalità” e varia a seconda del mezzo utilizzato. Per ogni chilometro, chi si sposta in treno provoca danni ambientali e sociali per 2,05 centesimi di euro, contro gli 8,11 centesimi al chilometro di chi si sposta in auto. L’azienda ferroviaria sul sito Fs-online offre la possibilità di calcolare l’effettivo costo di uno spostamento in base al mezzo di trasporto scelto, oltre al tipo e la quantità di inquinanti prodotti.

E i numeri aiutano a capire l’utilità e soprattutto la fattibilità di un diverso sistema dei trasporti: nelle città italiane il 50% degli spostamenti copre distanze inferiori a 5 chilometri. Distanze sulle quali muoversi con la bicicletta potrebbe essere veloce e conveniente se non ci fosse il deterrente dello smog e il pericolo di essere travolti dalle auto.

Natale Salvo

Blogger. Nel lontano 2002 ha aperto il blog Altratrapani. Nel 2004 prova l'esperienza dell'editoria tradizionale, fondando il mensile "Domani Liberi" distribuito nelle edicole di Trapani ed Erice. Nel 2007 è candidato sindaco alle comunali, per Trapani, volendo proporre la concreta realizzazione delle proprie idee ai concittadini.

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