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La spiaggia di Melina Rinaudo

30 Settembre 2013 by Redazione

TRAPANI, 30 SET – Durante il secondo mandato del sindaco Mario Buscaino dal 1994 al 1998, si è assistito ad uno scontro molto duro tra questi è una assessora del sua giunta.

Melina Rinaudo sosteneva che la segheria che esisteva dove adesso c’e “Migliore” non poteva avere il cambio di destinazione d’uso, e cioè da segheria a centro commerciale, poiché quel tratto di costa doveva essere restituito alla fruizione dei trapanesi.

Il sindaco Buscaino era di tutt’altro avviso e concesse il cambio di destinazione d’uso, giustificando la cosa con la necessità di dare un po’ di lavoro ai trapanesi.

Il risultato di quella vicenda si discusse per diversi mesi e alla fine la segheria divenne centro commerciale mentre l’architetta Melina Rinaudo si dimise dall’incarico di assessora sbattendo la porta in faccia a quella amministrazione.

Comunque la cosa che al momento fa rizzare i capelli in testa è lo stato di massimo degrado di quella parte di costa che insiste dietro “ Migliore” Una discarica a cielo aperto!

L’unica costa trapanese fatta di scogli e di anfratti è diventata un letamaio.

E allora è bene chiedere scusa all’architetta Melina Rinaudo, per quello che ha dovuto subire e per l’acredine con cui buona parte dei politici del tempo si schierarono contro di lei. Il tempo è galantuomo è rende sempre giustizia alle persone candide.

Un’altra spiaggia trapanese è quella della Torre di Ligny.

Qui alcune associazioni di volontariato hanno trasformato nel tempo quei quattro scogli, ricettacoli di topi e di ogni tipo di spazzatura, in un luogo ameno e fruibile a chi piace quel tipo di spiaggia.

La stessa cosa non si può dire invece per la costa che và dalla Torre di Ligny alla Casina Nasi.

Tutto è rimasto come cent’anni fa. Nessun progetto di recupero, che si sappia, ha mai coinvolto quella parte di costa. Nessuno ha mai pensato, fatta eccezione dei Radicali, di fare una passeggiata a mare, strutturando in modo civile quella parte di territorio.

Ma si sa! Molti dei nostri amministratori locali sono parenti stretti di Cetto Laqualunque, mentre i Colletti Bianchi che gestiscono le società a cui sono intestate la fanno da padrone, essendo impelagati ad associazioni dal colore grigio oscuro che rubano il territorio e il futuro alle generazioni che verranno.

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