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20 Novembre 2013 by Natale Salvo

TRAPANI – «Abbiamo bisogno di una politica che sia più semplice nelle parole, anche più rigorosa nei comportamenti, forse più immediata nelle cose che abbiamo da portare all’attenzione delle persone», con queste parole s’è presentato, a Trapani, Pippo Civati, deputato del Partito Democratico e candidato, assieme a Renzi, Pittella e Cuperlo, alla segreteria nazionale del PD.

Civati è considerato il candidato più a “sinistra” del PD.

Civati, tuttavia, ha rappresentato, a parte le belle parole, una delusione.

Nel suo intervento, riesce a definire l’inciucio PD-PDL semplicemente come una «situazione particolare e transitoria», di cui lamenta solo che non è stato «definito quanto durerà questa stagione», e che spesso «ci troviamo a votare su cui non sono convinti né il PD né i suoi parlamentari», «siamo all’indistinzione totale, facciamo cose contrarie di quelle che erano scritte nella nostra carta d’intenti», ma, d’altro canto, «c‘era da governare».

Affrontando i temi della vita interna del Partito, il parlamentare del Partito Democratico s’è lamentato di come, in Sicilia, si producano «tessere in batteria», per, ovviamente, tentare di “influenzare” l’esito del Congresso e delle Primarie.

«Non ne posso più: vedo troppa attenzione sui sostenitori, le cordate, le correnti», ha dichiarato Pippo Civati, aggiungendo di preferire, invece, un Congresso «dove ci si misuri sulla base delle idee che abbiamo».

«Perché un elettore su tre dei nostri ha votato Grillo?» – s’è domandato, infine, il candidato alla Segreteria nazionale: Civati, una risposta prova a darsela: «Abbiamo fatto una campagna elettorale all’inseguimento di Monti, mentre i nostri elettori avevano un’esigenza di cambiamento, e gli otto punti del cambiamento li abbiamo presentati dopo le elezioni».

Archiviato in:GIORNALE, Ottobre 2013 Contrassegnato con: Civati, Partito Democratico, Trapani

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