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Un segnale forte: Istituire un assessorato all’antimafia

6 Marzo 2006 by Natale Salvo

La lotta alla mafia si fa anche dando, da parte della Pubblica Amministrazione, segnali concreti e forti. Uno di questi può essere, secondo quanto dichiarato da Mimmo Scarcella, durante i lavori del congresso comunale di Trapani della “Rosa nel pugno”, il nuovo soggetto politico nato dalla fusione di socialisti e radicali, l’istituzione della figura dell’Assessore all’antimafia.

“Parliamo di un Assessorato specifico i cui poteri sono, da parte nostra, ben chiari e definiti. – ha precisato Scarcella – L’Assessorato che noi proponiamo e che speriamo le forze politiche facciano proprio, deve scrivere un regolamento sugli appalti comunali dettandone le regole e le esclusioni in maniera rigida e chiara; effettuare proposte per l’utilizzo a scopo sociale dei beni espropriati alla mafia; istituire un rapporto organico con le scuole per organizzare lezioni e dibattiti sulla mafia e sul racket; favorire tutte le associazioni che sul territorio diffondono una cultura antimafia; darsi regole che permettano di scegliere e nominare i controllori, revisori contabili, legali, non secondo l’appartenenza di schieramenti, ma secondo criteri e titoli oggettivi e soggettivi”.

Mimmo Scarcella ha affermato che “la politica ed i partiti, piuttosto che declamare e chiedere i voti in nome di patti autonomisti (la Sicilia ha uno statuto già abbastanza autonomista), o federarsi o allearsi con Leghe Nord, ricerchino e dichiarino la loro autonomia dalla mafia e dalla illegalità”.
“La mafia è non solo oppressione e violenza, ma anche elemento destabilizzante del vivere civile e inquinante dell’economia sana”, ha sottolineato Scarcella.

L’oratore, nel proprio intervento, si è, tuttavia, domandato: “Qual é stata la risposta della Politica o almeno di una parte di essa? Ha escluso o emarginato dalle liste dei candidati (con il nuovo sistema elettorale si toglie ai Cittadini anche la minima possibilità di scegliere gli eletti) colui il quale aveva posto il problema della moralità dei candidati (ci riferiamo all’onorevole Grillo) ed ha candidato coloro che sono stati inquisiti o peggio ancora condannati anche se solo in primo e secondo grado per reati di mafia (Dell’Utri, Mannino, Cuffaro)”.

Archiviato in:GIORNALE, LA VOCE INDIPENDENTE, N. 21 - 6 marzo 2006 Contrassegnato con: Antimafia

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